Fiscalità, inquadramento normativo del contratto di lavoro e posizione sanitaria e previdenziale; questi i tre temi su cui si è confrontata la Commissione Tripartita prevista dal Contratto Industria del 2002. Riuniti allo stesso tavolo organizzazioni sindacali, associazioni di categoria e una delegazione del Congresso di Stato composta dai Segretari al Lavoro e agli Esteri. Delusi i Sindacati. Siamo al punto di partenza. Questa l’amara considerazione di Csdl e Cdls. Abbiamo riscontrato le stesse posizioni di mesi fa. I diritti del lavoro sono lontani dall’essere risolti. Dal Governo nessuna posizione chiara mentre le Associazioni Imprenditoriali si ostinano a non volere trovare una soluzione alla precarietà contrattuale e non avanzano proposte sulla situazione fiscale. Fumata nera dunque sulla questione normativa: diverse le posizioni tra Sindacati ed imprenditori sul tema del contratto da tempo determinato ad indeterminato. Chiesta anche di rinegoziare la convenzione del ‘74 che stabilisce le norme sul piano sanitario. In base ad esse il Governo versa 170 euro mensili ai comuni di residenza per ogni frontaliere. Concorde l’Esecutivo sulla necessità di rivedere l’accordo. Dal canto suo l’Anis sul tema contrattuale, risponde che il vero problema è rappresentato dal sistema paese e da come possa raffrontarsi ad un nuovo trattamento dei lavoratori. Riconoscere la parità di trattamento ai frontalieri senza aver affrontato la riforma interna del mercato del lavoro è improponibile. La tematica - continua l’Associazione Industriali - va affrontata tenendo conto sì dell’aspetto normativo ma anche previdenziale e fiscale. Per il Governo, l’incontro di lunedì ha fornito l’occasione per prendere atto delle posizioni delle rispettive parti. Già da alcune settimane è stato istituito un gruppo tecnico per avviare il confronto con l’Italia che sul tema frontalierato ha già fatto pervenire una propria bozza. L’appuntamento è previsto per il 14 giugno a Roma. Sul tavolo proprio la questione frontalieri.
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