Non è più possibile legare la questione fiscale dei redditi frontalieri alla finanziaria italiana, rinnovando così precarietà ed incertezza ogni anno. Per questo la Cgil questa mattina ha presentato la sua proposta di legge ai parlamentari dell’Unione, Giuseppe Chicchi ed Ermanno Vichi, e al senatore Sergio Zavoli. Claudio Pozzetti, responsabile nazionale della Cgil Frontalieri, ha ammesso le responsabilità del sindacato italiano per aver lasciato passare troppo tempo: la speranza di riuscire ad ottenere, per i frontalieri sammarinesi, ciò che trent’anni fa si ottenne con la Svizzera, ossia tre distinte convenzioni a tutela dei lavoratori, è ormai definitivamente infranta. La legge si basa su alcuni principi: trasparenza amministrativa, con la dichiarazione dei redditi nello Stato di residenza; l’equità, attraverso una tassazione concorrente, quindi senza doppia imposizione; infine la salvaguardia del reddito, prevedendo una quota esente da imposizione, la progressività della tassazione e l’applicazione in tutti i territori interessati al fenomeno - quindi non solo San Marino ma anche il Principato di Monaco. Per i redditi fino a 16mila euro la misura di abbattimento prevista sarebbe del 50% sull’intero importo, del 25% per redditi da 16mila a 32mila euro, 5% per la fascia da 32mila a 50mila euro e 0% per i redditi superiori a 50mila, col solo abbattimento fisso di 12.900 euro. “Sarà difficile ottenere una piattaforma unitaria, ma ci proveremo”, fanno sapere dalla Cgil sottolineando le differenze emerse con la Uil ma soprattutto con la Cisl. “Sarà anche difficile – concludono – ottenere qualcosa prima della fine dell’anno”.
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