G20, i sindacati avvertono: 200 milioni di disoccupati
on una produzione stagnante o addirittura in diminuzione in parti significative dell'area del G20, la disoccupazione è destinata a salire in molti paesi, arrivando globalmente ben al di sopra del livello di 200 milioni di persone senza lavoro, di cui quasi metà (93 mln) nelle 20 economie più sviluppate del mondo: è l'allarme lanciato oggi a Mosca dai sindacati internazionali nel loro incontro con i ministri del lavoro del G20, il primo nella storia del summit. Dei 93 mln di disoccupati in area G20 (comprendenti anche i 39 milioni di donne e uomini usciti dal mercato del lavoro dall'inizio della crisi), il 30% è in cerca di lavoro da oltre un anno. A livello mondiale, più del 40% dei disoccupati, circa 75 milioni, sono giovani sotto i 25 anni. Tassi di disoccupazione giovanile del 56% in Spagna e del 38% in Portogallo e Italia riflettono, secondo i sindacati, la "devastante estensione della crisi". Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (Oil), nell'Unione Europea, tali tassi resteranno al di sopra del 17% fino al 2015. "Ciò rappresenta uno spreco della nostra risorsa più preziosa, i giovani, i quali rischiano di restare per sempre segnati dall'esperienza di non poter né lavorare, né studiare e né seguire corsi di formazione", sottolineano i sindacati in un documento diffuso alla vigilia dell'incontro con i ministri del lavoro. Sempre a livello mondiale, l'84% di coloro che hanno perso il lavoro per la crisi, non godono di nessun sussidio di disoccupazione. Sono, quindi, costretti ad accettare anche occupazioni irregolari per sopravvivere. Si stima che siano necessari 21 milioni di posti di lavoro all'anno entro il 2015 solo per ritornare ai tassi di occupazione precedenti alla crisi. Ma, ammoniscono i sindacati, "i paesi del G20 sono molto lontani da questo obiettivo".
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