Chiedono anzitutto più tempo per poter studiare il decreto e, soprattutto, concertarlo. Ma i tempi sono strettissimi, all’ultimo incontro coi sindacati il segretario al Lavoro Mussoni ha annunciato di volerlo emanare già la prossima settimana. “Se il decreto va avanti così, coi tempi che ci hanno comunicato, è rottura – dice senza mezzi termini il segretario della CSdL Giuliano Tamagnini – Già è assurdo che un decreto governativo, quindi un atto unilaterale, cambi tre leggi conquistate dopo anni di lotta, che garantivano diritti essenziali”. Più cauto Luca Montanari, CDLS: “Ci sembra un decreto un po’ troppo audace, a dir poco – commenta – Noi siamo per la concertazione, non vogliamo provvedimenti calati dall’alto. Alcuni articoli liberalizzano un po’ troppo, l’introduzione della chiamata, che tanto piace agli industriali – aggiunge – vorremmo mantenerla il più possibile regolarizzata. La graduatoria non si può saltare, chi è in lista ha precisi diritti”. Tamagnini elenca quelle che considera le pecche del provvedimento: “Prevede distacchi senza più controlli, l’assunzione dei frontalieri a discrezione dell’azienda e a discapito dei residenti, le sanzioni vengono condonate. Il tutto è vergognoso e pazzesco – conclude – ed è ancora più incredibile se si pensa che sono stati aperti tavoli di confronto, poi il governo decide comunque di andare dritto per la sua strada”.
Francesca Biliotti
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