Giannini, Bcsm, sui dati del primo trimestre parla di stabilità

Cala la raccolta totale, dai 7 miliardi e 280 milioni della fine del 2012 si è passati ai 7 e 252. La raccolta diretta da 5 miliardi e 99 milioni è scesa a 4 miliardi e 988 milioni, di cui 1 miliardo e 740 milioni sono di depositi della clientela a vista; aumenta, anche se di poco, la raccolta indiretta, da 2 miliardi e 57 milioni passa a 2,263. Il rapporto impieghi/raccolta diretta scende all'88,6 dall'89,8%, quello sofferenze/impieghi sale all'11,3% dal 10,3%. Il patrimonio netto cala a 446 milioni di euro, dai 537 che era a fine 2012. “Ho letto di un sistema in decrescita, quando invece c'era speranza di una forte controtendenza – commenta il direttore di Banca centrale Mario Giannini – io parlerei invece di stabilità, le diminuzioni sono irrisorie, se il calo avesse avuto un'altra entità saremmo preoccupati, ma non è questo il caso”. Nessun catastrofismo insomma da via del Voltone, che attende l'uscita dalla black list per una decisa inversione di rotta: “In questo quadro – aggiunge infatti – non potevamo certo attenderci stravolgimenti, un vero cambiamento lo avremo solo quando ci apriremo all'esterno”. Intanto l'assemblea dei soci di Banca Commerciale ha deliberato lo scioglimento e la messa in liquidazione volontaria della banca. Per Giannini, “la politica di Banca centrale è sempre stata quella di non creare danni al sistema e soprattutto danni d'immagine, che si crea quando non si pagano i depositanti o quando questi si trovano dimezzati i propri conti. Anche grazie all'intervento dello Stato, che pure sarà dilazionato nel tempo e che potremo quantificare solo a operazioni concluse, abbiamo evitato contraccolpi. Ad Asset abbiamo venduto tutte le attività e le passività, il moncone di banca rimasto – conclude – grazie al nuovo commissario liquidatore andrà ad estinguersi nel tempo”.

Francesca Biliotti

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