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CRISI MV AGUSTA

Il Centro Stile si avvia alla chiusura. Governo e sindacati a confronto su professionalità, competenze e futuro

Obiettivo: "riqualificazione e ricollocazione delle elevate competenze presenti sul territorio, valorizzandole anche in risposta alle richieste di figure professionali specializzate provenienti da altre imprese"

Non ci saranno ripensamenti: il Centro Stile MV Agusta di Valdragone è destinato alla chiusura. Confermato il trasferimento a Varese, inglobando l'attività sammarinese tra quelle lombarde del Gruppo. Nel tavolo urgente convocato dal Governo con i sindacati si ragiona di professionalità, competenze e futuro. Sì perché il valore storico e strategico di MV Agusta per il tessuto economico e sociale del Paese è fuori discussione. Dalle Segreterie di Stato al Lavoro, Industria e Finanze l'impegno a mettere in campo ogni strumento disponibile per accompagnare i lavoratori in questa fase di cambiamento. Per alcuni dei 22 dipendenti forse prospettive differenti: ad almeno sei/sette di loro è stato proposto di spostarsi a Varese ma non è certo che siano nelle condizioni di accettare; gli altri, invece, tutti in mobilità.

“L'obiettivo primario – rimarca il Segretario Alessandro Bevitori - è quello di salvaguardare l'occupazione attraverso percorsi di riqualificazione e ricollocazione delle elevate competenze presenti sul territorio, valorizzandole anche in risposta alle richieste di figure professionali specializzate provenienti da altre imprese”. “Intendiamo affrontare questa fase con proattività e visione strategica, - conferma il Segretario Rossano Fabbri - attivando sinergie con l'azienda, le parti sociali e il tessuto imprenditoriale del territorio per individuare soluzioni innovative e sostenibili”. “Il Governo – rimarca il Segretario Marco Gatti - è compatto nel garantire sostegno ai lavoratori”.

Resta l'amarezza delle organizzazioni sindacali: “Il rammarico – afferma Agostino D'Antonio, CSdL – è non aver saputo da subito, cioè almeno da luglio 2024, quali fossero le reali intenzioni del Gruppo, ovvero che non c'era di fatto la volontà di aprire uno stabilimento nemmeno subito fuori dai confini sammarinesi, proprio a tutela dei posti di lavoro”. “Abbiamo chiesto al Governo – aggiunge Paride Neri, CDLS – di prendere atto che c'è una realtà professionale molto importante che sarebbe un peccato disperdere. Sarebbe utile che si cercassero investitori, anche esterni, sia a salvaguardia dell'occupazione, sia per mantenere questo settore di prestigio all'interno del nostro tessuto economico-aziendale”. Caustico Daniele Tomasetti, Usl: “I problemi economico-finanziari di KTM – chiosa - porteranno purtroppo alla perdita di tutto il know-how tecnico sviluppato a San Marino”.

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