Il futuro del Turismo: ecco alcuni elementi chiave del documento strategico presentato mercoledì
Dove va il turismo? Con il consulente del piano strategico Massimo Feruzzi scopriamo alcuni punti importanti del piano turistico pluriennale
“E' un piano turistico che guarda lontano” – è questo il suo punto di forza, come ha sottolineato il consulente Massimo Feruzzi durante la presentazione ufficiale. Il documento strategico poggia su sei pilastri, uno dei quali riguarda lo sviluppo delle relazioni internazionali, che generano importanti ricadute anche in termini promozionali, “e che possono avvenire anche in maniera non convenzionale – spiega - ad esempio con la rete delle relazioni con ambasciate, consolati e anche con quella che ha a disposizione il Cons”. Altro aspetto fondamentale, la ricettività. “E' un tema delicato per questo territorio, perché non raggiungiamo le 400 camere in strutture alberghiere, oltretutto abbiamo solo 48 camere nel sistema di sharing economy e airbnb” – continua Feruzzi. “Dobbiamo aumentare fortemente la disponibilità ricettiva perché ci permette di andare sui mercati con maggiore fisico e con più capacità commerciale rispetto al sistema del tour operating. Puntiamo alle 1.500 camere entro il 2030”. Il piano introduce anche la regolamentazione dell'albergo diffuso in alcuni Castelli, propone l'offerta glamping nelle aree naturalistiche e punta sugli eventi istituzionali come prodotto turistico ad alto livello di esclusività. Fra i capitoli di rilievo quello dedicato agli investimenti, “estremamente importanti sia dal punto di vista strutturale che promozionale. Rimanendo sul tema strutturale, ci sono diversi interventi da fare per garantire qualità ai servizi ed implementarli. Ne abbiamo definiti otto sui quali dobbiamo investire”. Ma come fare? Un altro pilastro del piano è proprio l'attrazione degli investimenti: “Diamo indicazioni specifiche su come le Segreterie insieme e in maniera coordinata con la Camera di Commercio devono operare, creando un piano di azione nazionale, quello che abbiamo definito NAP (National Action Plan) che deve comprendere tutti gli investimenti possibili per chi detiene capitali e li vuole impegnare su San Marino, e anche le forme di agevolazione a loro disposizione”.
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