Corte dei Conti e controllo efficace della spesa pubblica al centro del primo di una seconda serie di incontri organizzati dal PDD sui temi cruciali che riguardano il futuro del Paese. Si parte dalla mancata approvazione del progetto di legge d’istituzione della Corte dei Conti. Un progetto largamente condiviso da tutte le forze politiche – ha detto il Segretario di Stato per le Finanze, Pier Marino Mularoni – e che ingiustamente non ha trovato legittimazione in sede consiliare. Il responsabile delle finanze ha definito poi quantomeno fuorviante il sottotitolo della serata che richiamava ad una gestione senza regole della cosa pubblica. Le norme ci sono - ha ribadito - come la legge che ha istituito la commissione di controllo della finanza pubblica. Il vero problema – sostiene Mularoni – sta negli aspetti organizzativi dei singoli uffici: si riscontra una oggettiva difficoltà nel reperire dati certi sui consuntivi economici, in grado di dare una fotografia puntuale della situazione. Dal consigliere Alberto Cecchetti, una valutazione che indica nella mancanza di una ipotesi di legge qualificata che dovrebbe disciplinare ogni aspetto del nuovo organismo, il limite principale della proposta legislativa di iniziativa popolare. Da non sottovalutare – ha aggiunto – anche i costi che questo organismo comporterà alle casse dello Stato, spese che dovranno essere di molto inferiori ai benefici. Da evitare anche che il nuovo organismo sia isolato e al di sopra del potere costituito, secondo Cecchetti. Occorrerebbe al contrario partire dalle competenze dell’attuale commissione di controllo, per poi potenziarle. Secondo Tito Masi di AP, se di regole si può parlare, queste negli anni non sono state rispettate, altrimenti – puntualizza – non si spiegherebbe il buco di bilancio. Ci si deve interrogare – ha aggiunto – se in presenza di una Corte dei Conti, tali abusi si sarebbero comunque verificati. Certamente un controllo – ha concluso Masi – sarebbe servito e molte scelte sarebbero state evitate o almeno contestate. Maurizio Simoncini del COCIS ha precisato l’elemento che contraddistingue la Corte dei Conti dalla commissione di controllo, differenza che si manifesta nelle modalità di nascita dei 2 organismi. La commissione paradossalmente – ha detto – è stata scelta dall’organo stesso che deve essere controllato. Priorità della Corte dei Conti è invece quella di mantenere una propria autonomia e neutralità sia dal potere esecutivo che legislativo, svolgendo una funzione ausiliaria, forte di una competenza di tipo giurisdizionale che al tempo stesso non intacchi quella ordinaria.
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