La CSU ha denunciato lo stato di emergenza in cui è precipitato il paese, ha sottolineato la mancanza di un progetto alternativo in grado di attirare investitori e di rilanciare l’economia sana del paese ed ha chiesto risposte ad una situazione attuale che risente dell’entrata in vigore del decreto incentivi. In primo piano dunque l’esodo delle aziende fuori confine, una emorragia difficile da tamponare: in via ufficiosa infatti altre imprese, con un numero considerevole di dipendenti, avrebbero manifestato l’intenzione di lasciare il territorio sammarinese. Prima con la sede commerciale, poi con l’intera produzione. Infine il giudizio sulla manovra correttiva di bilancio, giudicata penalizzante per i lavoratori precari della PA e i frontalieri. La CSU ha ribadito alla politica l’importanza di ricucire i rapporti con l’Italia e di adottare immediatamente lo scambio automatico di informazioni. “Siamo allineati sul discorso della trasparenza”, così i partiti d’opposizione che sottolineano come da subito abbiano aderito all’appello contro l’immobilismo. “Chiediamo confronti puntuali e uno sforzo d’emergenza per una situazione d’emergenza”, hanno detto.
Sara Bucci
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