Industria: al via gli scioperi. La posizione dell'OSLA

Industria: al via gli scioperi. La posizione dell'OSLA.
Nelle principali zone industriali del territorio, davanti ai cancelli, da oggi i lavoratori si sono fermati per le prime ore di sciopero. I rappresentanti della Federazione industria della Csu, reduci dal tavolo di confronto con l’Associazione degli industriali per il rinnovo del contratto, hanno fiancheggiato i dipendenti per spiegare loro le ragioni della protesta. La risposta è stata soddisfacente, secondo le organizzazioni sindacali, che registrano con piacere la buona adesione riscontrata, soprattutto dalle aziende più grandi, i lavoratori si dicono stufi di questa situazione, afferma la Fli-Csu, e pretendono risposte, senza per questo dover subire ricatti. In mattinata le astensioni si sono svolte nelle zone di Gualdicciolo, Acquaviva e Chiesanuova, per proseguire poi nel pomeriggio a Falciano, Rovereta, Serravalle, Cailungo e Valdragone. Si replicherà anche il 16 maggio e ancora il 19, con assemblee di almeno un’ora e mezza, poi ogni azienda deciderà autonomamente come esaurire il pacchetto delle 15 ore proclamato dall’attivo di Fiorentino lo scorso 5 maggio. In attesa della nuova assemblea dei rappresentanti sindacali già fissata per il prossimo 24 maggio, quando con ogni probabilità verrà proclamato lo sciopero generale del settore, sempre che le posizioni nel frattempo non cambino.


Rinnovo del contratto dell'industria - Le posizioni dell'OSLA
'Non ci sono posizioni così distanti, riteniamo la piattaforma sindacale seria e responsabile senza aspetti demagogici o di rivendicazionismo puro e semplice'. A parlare senza mezzi termini, il giorno dei primi scioperi, e’ il presidente del gruppo industria dell’ Osla Giuseppe Della Balda: 'Se troviamo una convergenza sulla parte economica - dice - il contratto si firma'. Posizioni assolutamente concilianti a poche ore dal nuovo incontro con i sindacati per il contratto. Le divergenze con l’Anis sono questioni di poca importanza non determinanti per la trattativa. A spaccare, almeno sembra, il fronte imprenditoriale, è in primis la questione frontalieri. Per Della Balda se un dipendente e’ legato da anni a una azienda mantenere l’ indeterminatezza è sbagliato. Dopo 5 anni di rinnovo anno per anno si deve passare all’assunzione a tempo indeterminato. Non comprendiamo la resistenza Anis. Fin qui l’organizzazione degli imprenditori, per i quali l’unico scoglio sembra essere quel 3,5 per cento di aumento salariale chiesto dai sindacati. Disposti in questo senso a un compromesso accettabile, magari l’inflazione, pari all’1,9% e qualche passettino in avanti, ma non si sbilanciano su quanti punti percentuali in più. Un colpo al cerchio e uno alla botte, dal momento che l’Osla ritiene comunque che alcune rivendicazioni Anis siano legittime: per esempio gli sgravi contributivi per i non occupati di lunga durata. Martedì il faccia a faccia tra i vertici delle due categorie. Intanto dalla sede degli industriali, ribadiscono che le associazioni sono autonome: 'Loro faranno il contratto per i loro associati – replica Carlo Giorgi – rispettiamo il loro operato. Per i nostri abbiamo le idee chiare sulla strada da seguire'.

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