Istat: cala la fiducia dei consumatori a marzo. Federconsumatori: “Il governo abbassi l'Iva sui beni primari”
Un'altra battuta d'arresto riporta la fiducia dei consumatori italiani ai livelli di inizio anno (96,5 punti). Ma i dati di marzo erano prevedibili visto il contesto: l'inflazione cresce – a febbraio +1,2% a Rimini – e le famiglie sono costrette a tagliare anche su salute e cibo. Aumentano i prezzi dei beni di consumo e anche le bollette, per l’effetto congiunto dell’abolizione del mercato tutelato del gas e dello smantellamento dei sostegni per la crisi energetica. Potere d'acquisto che si corrode dunque, alimentando povertà e disuguaglianze.
"Gli stipendi e le pensioni non riescono a correre dietro all'inflazione - spiega Graziano Urbinati, presidente di Federconsumatori Rimini -, che in questi anni si è mangiata parte dei redditi. Il governo deve dunque intervenire ad esempio modulando l'Iva sui beni primari. Questo farebbe risparmiare circa 500 euro l'anno ai cittadini". Secondo i dati Istat sono 5,7 milioni le persone in condizione di povertà assoluta in Italia, corrispondenti all'8,5% delle famiglie residenti. Allarmante il dato sui minori: il 14% è in condizioni di indigenza, il valore più alto della serie storica dal 2014.
Fragilità e disagio economico, poi, spesso si accompagnano a condizioni deboli sul mercato del lavoro e precarie condizioni abitative. "Le prospettive dipendono anche dal quadro internazionale - conclude Urbinati -. Sicuramente siamo ancora in una fase in cui il costo del denaro è alto e la Bce non l'ha ridotto. L'inflazione è destinata ad aumentare ancora, quindi probabilmente abbiamo ancora dei mesi di sofferenza davanti".
Nel video l'intervista a Graziano Urbinati (presidente di Federconsumatori Rimini)
[Banner_Google_ADS]