Le esportazioni verso i Paesi fuori dall'Unione europea segnano a gennaio 2013 un'impennata, salendo del 17,7% su base annua e del 3,9% rispetto a dicembre. Lo rileva l'Istat. Invece l'import registra un nuovo calo tendenziale, in diminuzione del 5,6%, ma riesce a crescere in termini congiunturali, con un +3,0%. Sempre a gennaio la bilancia commerciale con i Paesi extra Ue presenta un deficit di 2,3 miliardi di euro, più che dimezzato a confronto con l'anno precedente (-5,2 miliardi). Era dal 2011 che l'export non registrava un aumento annuo così ampio vero i Paesi fuori dai confini dell'Unione. L'Istat fa notare come a gennaio la crescita tendenziale delle vendite sia diffusa e soltanto l'energia risulti in calo (-26,2%). Invece la flessione degli acquisti è particolarmente accentuata per i beni di consumo durevoli (-18,5%) e per l'energia (-16,3%). Guardando alla direzione dei flussi commerciali, i mercati più vivaci all'export sono i Paesi Asean, ovvero del Sud Est asiatico, (+32,2%), l'area Opec (+26,1%), il Giappone (+25,6%), la Cina (+24,6%), i Paesi Eda, cioé le economie dinamiche dell'Asia, (+22,9%) e gli Stati Uniti (+20,2%). Quanto alle importazioni, in forte discesa risultano gli acquisti dal Giappone (-32,1%), dall'area Opec (-19,6%) e dagli Usa (-16,9%). In forte crescita è, invece, l'import dalla Turchia (+25,9%), dalla Russia (+23,6%) e dalla Svizzera (+23,5%).
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