Secondo una recente indagine ogni azienda avrebbe un debito con le banche vicino ai 177mila euro. Gli scoperti finanziari maggiori a Milano, dove il debito medio è di 418mila euro, a seguire Brescia con 324 mila euro e Siena, dove il rosso è in media di 297mila euro per ogni azienda. La città toscana guida la graduatoria dell’aumento più sostenuto del passivo negli ultimi 10 anni, mentre Rimini si piazza al secondo posto di questa classifica, con un incremento dell’esposizione bancaria quasi del 192%, seguita Grosseto con il 157%. Negli ultimi anni però la stretta creditizia delle banche si è fatta sentire e il ricorso ai prestiti da parte delle aziende è sensibilmente diminuito. Le grandi imprese sembrano orientate ad investire più in immobili che in macchinari, privilegiando così quella che viene definito un investimento speculativo, togliendo, di conseguenza margini alla competitività e all’adeguamento tecnologico. "Scelte che – rivela l’indagine condotta dalla Cgia di Mestre - hanno ridotto i finanziamenti all’innovazione di processo e impedito di divenire più concorrenziali sul mercato domestico e su quello internazionale".
Sergio Barducci
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