Scende in piazza contro la manovra l’Italia della CGIL e lo fa in 100 città, da nord a sud. “Abbattiamo il muro della crisi”, recita lo striscione in testa al corteo di Roma; “Futuro”, la parola d’ordine per le migliaia di manifestanti. Massiccia l’adesione a questa giornata nazionale di protesta, orfana del sostegno delle altre confederazioni sindacali, CISL e UIL. Secondo l'organizzazione guidata da Susanna Camusso, avrebbe incrociato le braccia il 60% dei lavoratori. In giornata, non sono mancati i disagi, per lo più nei trasporti. A Milano esponenti del sindacalismo di base e dei centri sociali, oltre a lanciare uova e fumogeni contro alcune banche, hanno provato anche a raggiungere la Borsa ma sono stati respinti dalle forze dell’ordine. Nelle città dell'Emilia-Romagna, circa 120.000 le persone scese in piazza. Insieme a tanti lavoratori pubblici e privati, ai pensionati, agli esponenti dell’Anpi, agli studenti e ai protagonisti dell'associazionismo in tutte le sue espressioni, tanti gli amministratori presenti. Tra questi il sindaco di Rimini Andrea Gnassi in corteo insieme a 4mila concittadini.
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