Lavoratori spettacolo: inchiesta CGIL-CSDL

Una categoria spesso trascurata, quella dei lavoratori dello spettacolo – artisti, operatori, tecnici - in massima parte giovani e laureati, impiegati in nero o comunque con un doppio lavoro. Solo pochi riescono a crearsi un proprio spazio, ben definito, sul mercato. L'inchiesta LOISIR, presentata nella cineteca della biblioteca Gambalunga di Rimini, nasce proprio dall'esigenza di capire, grazie alle testimonianze dei soggetti coinvolti, i bisogni, le aspettative, le condizioni, i problemi legati a queste professioni, in modo da offrire ai diretti interessati informazioni ed esperienze per avviare mirati percorsi di tutela. 357 i questionari distribuiti agli addetti ai lavori tra Rimini e San Marino. Ne emerge un quadro a tratti desolante: il 53% degli intervistati non va oltre i diecimila euro annui di reddito, e la professione sfugge a una regolamentazione ben precisa in una selva di collaborazioni occasionali, Co.co.co. e Co.co.pro, stage, tirocini, borse lavoro e quant'altro. Difficile inoltre beneficiare delle giornate di malattia o anche solo della disoccupazione stagionale, per non parlare dell'aspetto previdenziale. L’obiettivo della ricerca è anche quello di dare rappresentanza a questa categoria di lavoratori, a cui servono modelli di tutela e protezione sociale di tipo nuovo. Numeri piccoli su San Marino: “Alcuni fanno corsi teatrali o si dedicano all'arte circense fuori territorio – spiega il vice segretario confederale CSdL, Gilberto Piermattei – ma anche se i casi sono pochi, non ce ne possiamo lavare le mani. Il grosso del lavoro comincia ora, ad indagine terminata, per stabilire quali margini di intervento esistono a tutela di queste persone, in base ai loro bisogni”. Già stretto il rapporto che unisce la CSU e lo SMIAF - il festival dei giovani saperi, ma Piermattei intende farsi portavoce di queste istanze con la Segreteria di Stato alla Cultura, partendo da un presupposto: “Chi fa spettacolo rende più semplice la vita degli altri, quando spesso la propria non lo è affatto. Ci rendiamo disponibili a fare in modo che anche la loro lo sia”.

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