Due mesi di abusi, anomalie ed irregolarità. E’ il bilancio dei controlli effettuati dall’ispettorato del lavoro, arrivato sui tavoli della Federazione industria della Csu. Che parte all’attacco, denunciando come in taluni casi le verifiche si siano dovute arenare, di fronte a zone d’ombra: sono state trovate società chiuse, uffici completamente vuoti, attività inesistenti e aziende col solo recapito postale. Una società di telemarketing è stata sanzionata con un giorno di chiusura, e su 18 dipendenti molti sono risultati abusivi. In tre aziende, due delle quali anonime, c’erano solo tre lavoratori. Spicca inoltre lo strano caso di una società di intermediazione, con due consulenti accertati e non regolari. Dalle verifiche effettuate dal sindacato si è riscontrato che dal 1999 questa società ha avuto in concessione dallo Stato, dunque a condizioni agevolate, un’area produttiva di circa 3.200 metri quadrati. Concessione ottenuta come società industriale, senza però averne le caratteristiche. Come mai il Congresso di Stato, si domanda la Csu, ha deciso di svincolare la società dall’obbligo di non vendere l’immobile per almeno 10 anni? Quanto è stata pagata l’area produttiva? Perché ad una società di intermediazione sono stati concessi migliaia di metri quadrati di terreno, mentre a vere società industriali e ad alta occupazione viene negata la possibilità di espandere l’attività? Domande che esigono risposte chiare, termina il sindacato, per capire se l’economia sammarinese si basa sul rispetto delle leggi oppure sul lavoro sommerso e sull’assenza di regole.
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