Legge rappresentatività: disgelo tra segreteria al Lavoro, Osla, Usc e Usot, continua la querelle tra Usl e Csu

Si presentano all'incontro come confederazione, Osla, Usc e Usot fedeli all'annuncio ufficiale di martedì scorso, per affrontare con la segreteria di Stato al Lavoro la questione della rappresentatività. E dopo le ultime dichiarazioni di disponibilità al dialogo, oggi confermate in sede di confronto da Belluzzi, il clima appare decisamente più disteso. “L'impressione – osserva il presidente Osla, Dolcini – è che ci sia un'apertura al dialogo, quindi la volontà di risolvere le problematiche insieme, con l'obiettivo di arrivare ad una sintesi comune sul testo di legge che andrà ad incidere sulle regole di rappresentatività. Vedremo se alle parole seguiranno i fatti”. Così com'è, ribadiscono le tre associazioni, la normativa risulta illiberale in quanto prevede un comitato garante di nomina congressuale e consiliare, quindi un'eccessiva ingerenza politica; e incostituzionale, poiché limita la libertà di associazione; questo, di fatto, la rende antidemocratica nonché lesiva del criterio della proporzionalità. Se però confronto dev'essere, va comunque rivista la tempistica: per Osla, Usc e Usot elaborare un testo di legge il più condiviso possibile non può coincidere con la volontà di chiudere al più presto la partita. Da Anis avanzate alcune osservazioni ma nella sostanza la legge presentata, necessaria e urgente per fare chiarezza, è da considerarsi un buon lavoro. Sul fronte sindacale si registra invece la forte contrarietà dell'Usl alla bozza di legge, posizione ribadita anche nell'ultimo direttivo, perché – dicono - mette a rischio libertà sindacale e associativa. La Csu torna a sottolineare l'importanza dei numeri: “se il terzo sindacato afferma di rappresentare il 21% del mondo del lavoro – si chiedono - cosa avranno dunque da temere da un accordo sulla rappresentatività che vuole sancire e valorizzare proprio il peso numerico delle organizzazioni sindacali? In linea con la Csu, l'Unione Artigiani: “Nella rappresentatività – sostengono - i numeri contano. Sì a criteri più rigorosi per la validità dei contratti erga omnes”. Intanto, dopo la firma del rinnovo per l'industria, Csu e Unas sigleranno domani quello per il settore artigianato.

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