Licenziamento Savorelli. Le ragioni nella lettera del CCR
La lettera, datata 30 agosto, è quella con cui il Ccr invita il Consiglio direttivo di Banca centrale a licenziare in tronco Savorelli. “Le motivazioni sono molteplici - spiega Celli - e in particolare riguardano la gestione di quella che doveva essere l'azione di ristrutturazione di Cassa di Risparmio, ovvero il piano di diluizione delle perdite accertate con il bilancio di esercizio 2016”. Più in generale i motivi sono riconducibili a “una discrasia evidente- sottolinea- tra l'approccio del governo e quello proposta dal capo della Vigilanza di Banca centrale”. 4 le accuse fondamentali: non sono state fornite indicazioni su come affrontare singole situazioni di crisi (come l'emorragia di liquidità) con gli strumenti che la legge demanda proprio alla competenza di Banca Centrale. Non è stata data dimostrazione, nonostante le rassicurazioni verbali, della disponibilità finanziaria che il Governo ha più volte richiesto di reperire per garantire operazioni a tutela del sistema. Non è stata fornita alcuna concreta indicazione per la cessione in blocco di Asset in favore di Cassa di Risparmio dopo i provvedimenti di vigilanza adottati in piena autonomia da BCSM e questo nonostante i provvedimenti emanati dal governo per garantire i risparmiatori e l'intero sistema bancario. Infine la crescente non disponibilità di Savorelli al confronto con il sistema bancario e finanziario sammarinese che, scrive Celli, avrebbe favorito un clima più profittevole per preservare la fiducia. Insomma il dito mostrato da Savorelli al Meeting è stato la goccia che ha fatto traboccare un vaso già pieno. Il licenziamento in tronco dell'ex dg di Banca Centrale, sottolinea, non significa un cambio di rotta nella strategia del sistema bancario e finanziario: Aqr e valutazione degli attivi, linea orientata all'internazionalizzazione del settore bancario, l'adesione a migliori pratiche internazionali e il rispetto dei coefficienti patrimoniali. Da parte di Banca Centrale era venuto meno un approccio più gradualista, rimarca, con il rischio di mettere a repentaglio le capacità finanziarie dello Stato nel medio-lungo termine. In Aula Celli traccia anche le caratteristiche del profilo del prossimo direttore generale: evitare il più possibile contaminazioni con il mondo privato, ricercare una figura che abbia un profilo istituzionale, esperienza di gestione in strutture similari a Bcsm, che sappia essere un uomo di istituzione ma anche di squadra e dialogo, che si sappia calare nella realtà sammarinese - cosa che non ha fatto il suo predecessore- e che possa garantire un rapporto con l'Italia. Il tavolo tecnico va avanti. Si è riunito il 30 agosto, a settembre ci sarà un nuovo incontro, probabilmente a San Marino e potrebbe portate risultati già entro l'anno. In questa delicatissima fase di transizione, conclude Celli, è importante avere una figura al vertice di Bcsm che possa mantenere rapporti elevati con Banca d'Italia e Mef.
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