Limitare le relazioni tra Italia e San Marino è dannoso per entrambi i Paesi
San Marino è una delle concause del fatto che in Emilia-Romagna ci sono più situazioni di crisi rispetto alla media nel settore bancario. Lo ha detto il direttore della Banca d'Italia di Bologna, Roberto Marchetti, precisando che in Regione sono quattro gli istituti commissariati (Delta, Ber, Carim, Credito di Romagna). Marchetti ha ricordato che in passato, per ricondurre i rapporti col Titano in condizioni di ragionevole collaborazione e per portare la Repubblica ad avere regole coerenti con l’Europa, ci fu il tentativo di trovare un accordo che consentisse lo scambio di informazioni finanziare, fiscali e giudiziarie. “Nel 2007 - ha detto - Bankitalia e Banca Centrale avevano predisposto una intesa che avrebbe permesso di considerare le istituzioni finanziarie che operano a San Marino quasi a livello comunitario”. La trattativa saltò. “La zeppa finale al mancato accordo è stata la normativa antiriciclaggio che - ha detto - ha convinto San Marino a non andare avanti, perché di fatto imponeva a tutte le operazioni di non essere anonime, e questo è il plus che San Marino offre agli investitori di altri paesi”. “Se gli organi di vigilanza non hanno le informazioni necessarie dalla controparte - ha sottolineato Marchetti - la soluzione è limitare le relazioni tra i due Stati. Ma la situazione verso cui si sta andando - ha aggiunto - é dannosa per entrambi perché riduce opportunità di lavoro e sviluppo”. Adesso poi, avendo quasi completamente rescisso i legami tra banche italiane e sammarinesi, il problema è uscito dalla fase sistemica. Mentre il sistema bancario del Titano, è in difficoltà e rischia un forte ridimensionamento.
Sonia Tura
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