E’ sorpreso del risalto che viene dato sulla partecipazione del suo istituto all’assetto societario di MB Banca, il presidente del Credito Sammarinese, Lucio Amati, che ricorda di detenere solo una piccola quota del pacchetto di azioni e fa sapere di non avere fondi depositati nella banca di via Olona, a Milano. “Abbiamo acquisito una piccola partecipazione – spiega l’imprenditore sammarinese – qualche anno fa, nell’intento di allargare i nostri orizzonti, di uscire dall’angusto spazio del nostro territorio”. In MB banca, del resto, siede il gotha dell’alta finanza e dell’imprenditoria italiana; nomi come Mariella Burani, Vittorio Coin, Zeno Soave, ma anche finanzieri del calibro di Fabio Arpe, fratello di Matteo, già Amministratore delegato di Capitalia e considerato enfant prodige della finanza italiana, indicato nei mesi scorsi come possibile advisor per la Cassa di Risparmio. Insomma il Credito Sammarinese aspira ad entrare nel salotto buono del credito, proprio a Milano, il cuore italiano della finanza. Ma nel tempo le cose non vanno come sperato e quella piccola quota non assicura i rendimenti ipotizzati. Però Amati e soci continuano a crederci e decidono di mantenere quell’1,4% della partecipazione. “Come piccoli azionisti – spiega il presidente del Credito Sammarinese – non sediamo in alcun organismo gestionale né abbiamo voce in capitolo per le scelte strategiche. Siamo dispiaciuti per la notizia del suo commissariamento – conclude Lucio Amati - ci auguriamo che MB Banca possa al più presto riprendere il proprio cammino e affermarsi così come negli auspici di tutti”.
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