Maggior clima di fiducia fra gli imprenditori sammarinesi rispetto al passato

Rimini vede nero. San marino grigio. I colori della crisi sfumano in base ai numeri. Se oltre confine si parla di 750 imprese chiuse in un solo anno, superata dogana la situazione è difficile, ma stabile. Le sensazione è che il fondo sia stato già toccato. Il 2009 fu il nostro annus horribilis, con 400 aziende in meno. E fino al 2012 il calo, qui sul Titano, è stato di 300 all'anno. Poi c'è stata l'uscita dalla black list, la visita di Napolitano, la percezione di un clima di distensione. E' aumentata la fiducia. Ma non la crescita. Dall'associazione industriali confermano: la ripresa è al di sotto delle aspettative. Ci sono imprese che hanno migliorato, anche se di poco, il loro fatturato, ma altre continuano a licenziare. Sarà, insomma, un altro anno duro. L'Anis guarda al mercato del lavoro, all'imposta sui consumi, agli appalti pubblici. Chiede meno burocrazia e più trasparenza. Guarda ad uno Stato che non sia investitore ma regolatore del marcato, ed a una politica meno invadente nei settori pubblici ed economici. Qualche nuovo imprenditore che si affaccia alla finestra c'è. E ci sono giovani che si stanno mettendo in gioco. Ma le cose non stanno cambiando, rileva Mirko Dolcini. Anche l'Osla punta il dito contro l'eccessiva burocrazia. E gli ultimi strumenti adottati dal Governo come la Smac card – spiega il Presidente - non aiutano a snellire. C'è anche la voglia di partecipare alle grandi scelte economiche che li riguardano. “Il Governo ci coinvolge solo di facciata”, fa notare Dolcini, che vorrebbe meno decisioni imposte dall'alto e maggiore attenzione alle idee degli imprenditori.

MF

I più letti della settimana:

Questo sito fa uso di cookie, anche di terze parti, necessari al funzionamento e utili alle finalità illustrate nella privacy e cookie policy.
Per maggiori dettagli o negare il consenso a tutti o alcuni cookie consulta la nostra privacy & cookie policy