Mancanza di personale, USL punta il dito sul "miraggio" di arretrati, ferie e giorno libero
Per il sindacato troppo spesso i contratti non vengono rispettati. Santolini: "Ci si interroghi sulla qualità dei posti di lavoro"
Si è parlato spesso di carenza di personale nelle strutture ricettive non solo della riviera ma anche di San Marino, con hotel e ristorazione che lamentano difficoltà nell'intercettare le risorse qualificate di cui hanno bisogno. A tal proposito Usl sposta la riflessione su un altro piano, quello dei contratti. Non tutti i datori di lavoro – rimarca – riconoscono appieno i diritti di dipendenti e collaboratori, tanto che arretrati, ferie e giorno libero troppe volte rappresentano un miraggio.
Usl guarda al programma di Governo, illustrato nei giorni scorsi in Consiglio: a più riprese – scrive - si parla di restituzione del potere d’acquisto e di tutta una serie di nuovi diritti che dovranno essere riconosciuti soprattutto a giovani e donne, per ridurre le disuguaglianze. Buone intenzioni che condivide, così come la volontà di rendere più agevole il fare impresa a San Marino considerato che sono proprio le imprese a creare posti di lavoro.
Ma se da un lato occorre pensare a chi investe, dall'altro – afferma il sindacato - non si può lasciare continuamente indietro il cuore delle attività, vale a dire i suoi lavoratori. Perché a quel punto – fa presente – diventano inutili gli sforzi compiuti con Governo e associazioni datoriali per migliorare i contratti se poi chi è tenuto a rispettarli non lo fa.
Il Segretario della Federazione Servizi e Commercio Marco Santolini fa notare come in questi giorni di raccolta voti dei lavoratori, chiamati ad esprimersi tramite referendum sul nuovo Testo Unico del settore, ci si trovi contestualmente a fare azioni nei confronti di chi non ha provveduto a versare gli arretrati nelle tempistiche stabilite. Non sempre, poi, i contratti vengono rispettati nella loro interezza.
Capita quindi che le ferie godute lo siano solo sulla carta, che gli orari non corrispondano alla realtà, che non venga riconosciuto il giorno libero e che gli stipendi abbiano accrediti diversi dalla busta paga. Se queste sono le condizioni – scrive - è palese capire perché i lavoratori non si trovino. Ritiene che la percentuale minima di persone non troppo inclini a svolgere certi mestieri sia l’eccezione, non la regola.
Da qui l'invito a guardare oltre alla superficie della piena occupazione, per interrogarsi sulla qualità di posti di lavoro, che in assenza di determinati standard, saranno destinati a rimanere inesorabilmente vuoti.
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