Sono oltre 2.300 nelle Marche le mamme lavoratrici che fra il 2009 e il 2012 hanno lasciato il lavoro durante la gravidanza o subito dopo la nascita di un figlio. 565 nel 2012. Secondo i dati forniti dalla Direzione regionale del Lavoro ed elaborati dalla Cgil Marche, nel 2011 565 lavoratrici si sono dimesse "volontariamente" nel primo anno di vita del bambino, che la legge 92 ha esteso fino ai primi tre anni di età del figlio. Si aggiunge poi un numero difficile da quantificare di mamme lavoratrici che non sono tenute alla convalida delle dimissioni presso la Direzione provinciale del lavoro. La maggior parte delle donne che abbandona il lavoro è abbastanza giovane (64,6%), ha almeno un figlio o comunque presenta le dimissioni dopo la nascita del primo bambino (56,4%) o del secondo (31,9%). In genere lasciano un'occupazione in imprese piccole o piccolissime, quasi sempre non sindacalizzate e dove è maggiore il senso di isolamento della lavoratrice: i due terzi delle aziende che le donne lasciano quando nasce un figlio ha meno di 15 dipendenti (69,0%)e il 19,1% ha tra 16 e 50 dipendenti. Molte abbandonano anche per i costi elevati dei servizi di assistenza al bambino (asili nido, baby sitter, ecc.; 8,2%) o perché non riescono ad ottenere un part time da parte dell'azienda (4,6%). C'é poi un 22% di donne che abbandona per dedicarsi interamente alla famiglia e alla cura dei figli. Un quadro preoccupante, sottolinea a Cgil, in una situazione di forte incertezza nel mercato del lavoro regionale: nel terzo trimestre del 2012, il tasso di disoccupazione femminile ha raggiunto la quota record dell'11,9%. Il valore più alto mai registrato finora, con 37 mila donne in cerca di lavoro (5 mila in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Per crisi aziendali poi nel 2012 sono state licenziate e iscritte nelle liste di mobilità 5.542 lavoratrici marchigiane, pari al 42% del totale iscritti.
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