Sono i lavoratori i primi creditori della Puntoshop spa, divenuta Web Market srl, poi Modulor Shop. Da almeno 4 mesi sono stati messi tutti in mobilità e devono ancora ricevere la bellezza di 400mila euro. Ora c’è l’asta a dare speranza, ma è davvero ridotta al lumicino: basti pensare che, quando si trattò di effettuare una perizia di parte, il marchio Puntoshop fu valutato 30 milioni di euro, ed ora con meno di 3 milioni si acquisterebbe non solo il marchio, ma anche il database clienti, che era la vera ricchezza dell’azienda e che proprio per questo sembra sia passato di mano in mano. Se ne saprà di più il 14 settembre, quando l’asta sarà chiusa. Poi ci sarà lo strascico penale in tribunale: il processo per il fallimento dell’azienda riprenderà in autunno, era stato sospeso perché c’era un’altra istruttoria in corso, ben più grave, che ipotizzava il reato di bancarotta fraudolenta. Questo nuovo filone dovrebbe concludersi a sua volta in autunno, con gli eventuali rinvii a giudizio. Un epilogo amaro per una vicenda che si è trascinata per anni, nella speranza di salvare i dipendenti, il marchio, il know how dell’azienda. Duro, a tal proposito, il commento di Giorgio Felici, segretario Federindustria CDLS: “Questa vicenda ci insegna che i poco di buono vengono tutti qua, poi qualcuno ci deve mettere le pezze, e chi paga sono sempre quelli che timbrano regolarmente il cartellino”.
Francesca Biliotti
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