Si chiede perchè negli anni del boom economico siano stati concessi finanziamenti ad aziende floride mentre oggi, in uno stato di crisi economica generale, nessun sussidio è previsto per imprese come la sua. Parte all'attacco, Silvano De Biagi, titolare della Antica Piadina di San Marino. Consegna un dossier con tutte le esenzioni fiscali degli ultimi 20 anni e lamenta il ritiro di un sostegno alla sua azienda, pari a 220 mila euro, a seguito delle notizie su una possibile riduzione del personale. “Perchè – si chiede – sono state concesse tante provvidenze quando le cose andavano bene e non si interviene oggi che si devono fare i conti con gli effetti della black list italiana?”. Svela di aver aperto uno stabilimento di produzione in territorio italiano, dove ha assunto 10 persone, e di essere stato costretto a mettere in mobilità 8 sammarinesi a causa della perdita di un cliente importante, che fatturava circa 800 mila euro l'anno. Ne approfitta per togliersi qualche sassolino: sul sistema, che a suo parere non consente di lavorare al meglio; sul costo del lavoro, più alto di quello italiano, e sul tribunale, al quale afferma di aver presentato diverse denunce senza ricevere però alcuna risposta. Ne approfitta anche per un escursus sulla sua storia personale. Su quelle truffe che lo hanno visto protagonista a cavallo fra gli anni '80 e '90 per le quali rigetta le responsabilità sostenendo di aver applicato le leggi in vigore a San Marino. “Per la vicenda Cash and Carry – afferma – ho avuto ragione dalla corte di Starsburgo, ma dopo 25 anni ancora il tribunale non mi ha comunicato la mia posizione e mi ritrovo fallito perchè lo Stato ha avanzato richiesta di risarcimento danni per 10 miliardi di lire”. “Lo Stato – aggiunge – si è servito di me come capro espiatorio”.
Ai dipendenti della Antica Piadineria rassicura la volontà di riassumere tutti, ma non prima che l'uscita dalla black list gli consenta di riprendere il mercato perduto.
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