Momento di tensione nella relazione fra Banca Centrale e le forze di opposizione

Momento di tensione nella relazione fra Banca Centrale e le forze di opposizione.
“Se avessi voglia di polemizzare avrei un elenco lungo e imbarazzante di cose non serie o non corrette fatte dai vertici di Bcsm”. Parole dure espresse dal Capogruppo del Psd, Claudio Felici, che danno voce alle posizioni critiche delle altre forze di minoranza, alle quali il Presidente di Banca Centrale, Renato Clarizia, ha risposto piuttosto piccato. Repliche che non sono piaciute e alle quali sono seguite altre affermazioni polemiche. Da via del Voltone non si esclude neppure la possibilità di incaricare un legale per tutelare l’onorabilità professionale di chi opera nell’organo di vigilanza. Insomma il clima è diventato rovente e questo non giova certo a ritrovare le migliori condizioni per riposizionare un settore importante, come quello finanziario, ed aiutarle nel traghettamento verso una nuova fase, così come non può che generare ulteriore disorientamento nei risparmiatori, negli utenti del sistema sammarinese. Gli interventi severi degli ultimi tempi hanno lasciato l’amaro in bocca, soprattutto per il tempismo. Nessuno può sindacare sull’effettiva necessità di imporre correttivi al sistema, di accelerare sulla strada degli adeguamenti necessari, della trasparenza e totale legalità; così come nessuno, viste le ripetute sollecitazioni sull’autonomia, può disquisire sulla libertà di azione e l’indipendenza di Banca Centrale dal sistema politico. Vero è che mancano ancora passaggi importanti per la normalizzazione, come un ritrovato rapporto con Banca d’Italia e l’atteso memorandum d’intesa, che risolverebbe molti problemi nei rapporti finanziari fra i due Paesi. Più volte è indicato come imminente, a portata di mano, ma resta un obiettivo auspicato. E ancora, si devono trovare le condizioni per un rapporto più sereno con il Ministero italiano dell’Economia, che dipende sicuramente dalla politica ma che passa anche attraverso le Banche Centrali e i loro rapporti di collaborazione. Insomma di lavoro ce n’è tanto per tutti.

Sergio Barducci

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