“Moneta fiscale”: uno strumento già utilizzato per far fronte a crisi di liquidità
Una “moneta elettronica interna, che possa accrescere lo scambio in territorio”: è l'ipotesi – anticipata dal Segretario Gatti - sulla quale sta ragionando l'Esecutivo di San Marino. E non mancano precedenti storici, della cosiddetta “moneta fiscale”
Viene anche definito CCF, Certificato di Credito Fiscale: è una passività – un titolo di credito emesso da uno Stato, insomma – utilizzabile dal possessore per pagare le tasse, solitamente dopo il trascorrere di un determinato periodo di tempo. Moneta fiscale, dunque; ma teoricamente utilizzabile anche per finanziare provvedimenti di spesa pubblica o come mezzo di pagamento in transazioni fra privati; ad esempio per comprare un'automobile o un chilo di mele. Ma in questo caso l'acquirente non è obbligato ad accettarla; come invece per le banconote o monete metalliche in euro. Per questo si sottolinea come la moneta fiscale non abbia corso legale. Non solo a San Marino si è ragionato su questo strumento; ciclicamente – in occasione di gravi crisi di liquidità – è stato preso in considerazione da economisti e politici di altre realtà. Rare, tuttavia, le applicazioni pratiche. La prima risale al contesto drammatico della Germania del 1933. Molto più recente il caso della California, che nel 2009 – con le casse statali prosciugate, dopo la mancata approvazione del bilancio -, per pagare dipendenti pubblici e fornitori utilizzò titoli con scadenza a 3 mesi, e tasso di rendimento pari ad oltre il 15%. Il fatto fu che le banche, dopo la prima settimana di emissione, si sarebbero rifiutate di accettarli e convertirli in depositi; con la conseguente creazione di un mercato secondario dove queste cambiali venivano accettate ma ad un prezzo assai inferiore al valore facciale. Problema che, in astratto, potrebbe non riproporsi in questi termini a San Marino, dove lo Stato ha il controllo di un istituto di credito sistemico come Cassa di Risparmio. La moneta fiscale è stata infine oggetto di dibattito politico, anche di recente, in Italia; con i minibot già proposti dalla Lega, e la presentazione, a febbraio, da parte di esponenti pentastellati, di un disegno di legge per l'introduzione dei Certificati di Credito Fiscale: una strada parallela, e non alternativa all'euro; è stato detto. Secondo un approfondimento pubblicato sul sito di Bankitalia, però, l'emissione di questi strumenti non permetterebbe, a Roma, di evitare le regole europee riguardanti il deficit ed il debito pubblico. Vincoli che tuttavia, almeno per il momento, non riguarderebbero il Titano; pur impegnato in un percorso di avvicinamento a Bruxelles.