Muccioli: "bando di selezione per dirigente uno schiaffo alla trasparenza"
Fin dal caso precedente avevamo sottolineato come il "bando di selezione" presenti ampi ambiti di discrezionalità nella valutazione dei candidati. Infatti, nella nostra normativa non è un concorso vero e proprio, cioè predisposto con prove scritte, orali, ed eventualmente pratiche, ma una modalità molto più veloce e meno approfondita di scelta del dirigente.
Infatti la persona in questione viene selezionata tramite un colloquio ed una valutazione dei titoli in suo possesso; ovviamente un “colloquio” non dà le stesse garanzie di un concorso rispetto alla preparazione e professionalità dei candidati.
Peraltro, tra i due bandi di selezione vi sono delle sostanziali differenze riguardo ai testi su sui i candidati devono prepararsi; nel primo caso (dirigente unico scuola infanzia) non sono state specificate le normative da studiare (è chiaro che chi ha svolto o svolge un ruolo in questo settore è avvantaggiato), mentre nel secondo caso (dirigente istituti culturali) vengono dettagliate le leggi e le normative da conoscere. Perché queste differenze? Che questi bandi di selezione siano volta per volta confezionati ad hoc per qualcuno? Forse quest'ultima domanda è un po' troppo maliziosa, però perlomeno il sospetto viene spontaneo...
Poiché crediamo sia preferibile scegliere altre forme, anche in questo caso chiediamo che al posto del bando di selezione venga emesso come un concorso pubblico, più idoneo a garantire la trasparenza richiesta e a meglio accertare la professionalità e competenza dei candidati.