Nasce anche a San Marino la previdenza complementare obbligatoria
Senza previdenza complementare – il cosiddetto secondo pilastro – i pensionati del futuro percepirebbero un assegno mensile insufficiente. Oggi chi va in pensione, dopo 40 anni di contributi, prende ogni mese il 92% dell’ultima retribuzione. Nel 2050 la percentuale scenderebbe al 57%, ma con la previdenza complementare il tasso di sostituzione potrebbe raggiungere e superare il 65-70% e oltre. I versamenti contributivi complementari saranno obbligatori per tutti ad esclusione di chi ha già compiuto 50 anni all’entrata in vigore della legge e delle assistenti di persone permanentemente inferme. Prevista tuttavia, per le categorie esenti, la facoltà di contribuzione volontaria. Ma quanto si dovrà versare in più, d’ora in poi? Per i lavoratori dipendenti, dal 2012 l’aliquota è dello 0,5% dell’imponibile previdenziale; dal 2014 si passa all’1%; dal 2016 all’1,5% e dal 2018 si stabilizzerà al 2%. Identica la contribuzione a carico del datore di lavoro. Per gli autonomi l’aliquota dal 2012 è dell’1%; dal 2014 del 2%; dal 2016 del 3% e dal 2018 in poi del 4%. Tutti i contributi confluiranno in un fondo denominato FondIss che verrà depositato presso Banca Centrale e gestito dal Comitato amministratore. Dopo otto anni di contribuzione c’è la possibilità di chiedere un’anticipazione del “versato” fino ad un massimo del 30%: per spese sanitarie, per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa - anche per i figli - per spese universitarie dei componenti il nucleo familiare e anche in caso di disoccupazione da almeno 12 mesi.
Luca Salvatori
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