Se ne parla da anni e per il Parco Scientifico e Tecnologico Internazionale sembra essere arrivato il momento per una decisa accelerazione. Il primo passo dovrà essere la firma di un protocollo d’intesa con il ministero italiano dello sviluppo economico. Un accordo per definire i compiti e i ruoli delle due amministrazioni pubbliche nel processo di costituzione, ma anche per stabilire le risorse economiche da destinare al progetto e poi decidere a chi affidare lo studio di fattibilità. Ad occuparsene dovrà essere il Segretario di Stato per l’Industria, Marco Arzilli, a cui è stato assegnato il compito di concretizzare l’idea e passare dalla fase progettuale a quella di realizzazione. Il Parco dovrà rappresentare uno strumento di eccellenza, capace di attrarre imprese intenzionate a sviluppare la ricerca, ma anche ad aiutare quelle esistenti a spingere sul pedale dell’innovazione. Dovrà favorire la nascita di laboratori scientifici e tecnologici, centri dove università e impresa possano lavorare fianco a fianco sulla strada dell’innovazione, la creazione di spin off, imprese ad alto contenuto tecnologico nate da idee sviluppate in ambito universitario. Ma il protocollo d’intesa non sarà sufficiente: si dovrà definire l’Ente di Gestione, il modello organizzativo, i settori nei quali si vorrà sviluppare la ricerca, le imprese alle quali rivolgersi. Nello stesso tempo la Repubblica di San Marino dovrà fissare le forme di agevolazione destinate ad aziende e ricercatori che faranno parte del Parco Scientifico e Tecnologico, come pure i passaggi per quelle imprese che decideranno di aprire una sede operativa sul territorio. Sempre nel 2012 si dovrà raggiungere un accordo con l’Associazione dei Parchi Scientifici e Tecnologici Italiani, a cui aderiscono trentuno poli scientifici. Questo dovrà consentire di entrare a far parte di una rete italiana e internazionale di grande competenza. I numeri italiani dei Parchi tecnologici sono di tutto rispetto: oltre sedicimila occupati in settori ad alta specializzazione tecnologica; centosettanta centri di ricerca, tra pubblico e privato; sedici incubatori, da cui nascono e sviluppano nuove imprese; seicento aziende hi-tech insediate ed altre duemilacinquecento che usufruiscono dei servizi offerti.
Sergio Barducci
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