Non si arresta l’emorragia occupazionale e di aziende da San Marino
In poco più di un mese si è estinta una tipologia produttiva, quella dei tondini di ferro per il cemento armato. Chiuse due aziende – la silfor e la cenni srl – e persi 50 posti di lavoro. Da inizio a gennaio a fine marzo il saldo totale è di circa 200 licenziamenti. Aumentato del 20% il ricorso alla cassa integrazione. “Il 2012 e anche il 2013 saranno peggio del 2011 perchè – commenta il segretario della Csdl Giuliano Tamagnini – non vediamo alcuna iniziativa concreta da parte del governo. Dovremmo ripartire dall’economia reale e invece – prosegue – si continua a difendere i vecchi capisaldi che non hanno alcun futuro. Penso che una richiesta di adesione all’europa potrebbe far cambiare davvero la percezione dall’esterno di San Marino e invertire la tendenza di un economia che pian piano sta morendo”. Le analisi di Csdl e Cdls sono in perfetta sintonia. “Dobbiamo ancora toccare il fondo – commenta sconsolato Giorgio Felici della Cdls -. Le aziende delocalizzano oltre confine e si preparano ad assumere i sammarinesi in Italia. La riforma del mercato del lavoro – prosegue – non è la risposta che serve. Serve invece un progetto di sviluppo che non si intravede. Intanto, tra poco, decine di lavoratori – ricorda Felici - saranno anche senza la copertura degli ammortizzatori sociali. Quelli licenziati nel 2010, han esaurito il periodo della mobilità e anche dell’accesso all’indennità di disoccupazione. Bisogna trovare un modo per non lasciarli soli”.
Luca Salvatori
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