Nonostante i rendimenti negativi i Bot - i buoni ordinari del tesoro - vanno a ruba
Anche l’asta di oggi dei Buoni del Tesoro Poliennali ha confermato l’affezione per i titoli di Stato dei piccoli risparmiatori e dei grandi investitori. Il titolo quinquennale – scadenza, aprile 2015 – è stato collocato ad un tasso lordo del 2,93%, in aumento sull’asta precedente. Il Btp trentennale – scadenza, settembre 2040 – renderà invece il 4,91%, ed è in lieve flessione. La domanda del mercato, con richieste di titoli per 12 miliardi, resta altissima, rispetto all’offerta assegnata di 8,75 miliardi. I Titoli di Stato continuano ad essere considerati un “porto sicuro” anche quando garantiscono nel breve termine un rendimento negativo, al netto delle commissioni bancarie. E’ il caso dei Bot trimestrali collocati nell’asta di ieri. A fronte di una richiesta record per 9 miliardi ne sono stati assegnati per soli 3,5. I rendimenti sono scesi dunque allo 0,37% che al netto delle ritenute e delle commissioni bancarie diventa virtualmente un – 0,08%. Per evitare la discesa sottozero il Tesoro ha attivato la misura di salvaguardia che abbatte le commissioni bancarie. E’ la seconda volta in pochi mesi. I piccoli risparmiatori perderanno comunque qualcosa per via dell’inflazione, nonostante sia contenuta. Coi grandi investitori hanno in comune l’intenzione di parcheggiare il denaro in attesa di convogliarli in investimenti più remunerativi. Ma i grandi investitori non perderanno nulla, anzi ci guadagneranno qualcosa - circa lo 0,25% - perché non pagano commissioni e neppure detrazioni.
Luca Salvatori
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