Nuovo appello dell’Anis alla politica: bisogna risolvere la questione della rappresentatività
Dopo l’approvazione dell’assemblea di Assoindustria anche il referendum tra i lavoratori, ormai agli sgoccioli, sta confermando che la strada imboccata è quella giusta. Lo sottolinea l’Anis ricordando che migliaia di dipendenti stanno dimostrando di credere nel valore e nelle opportunità offerte dal contratto sottoscritto, nel luglio scorso, con la CSU. Ma l’Associazione Industriali non si nasconde che la firma di un secondo contratto rappresenta oggettivamente un problema, perché contribuisce a creare una confusione giuridica che oggi il sistema delle imprese non può permettersi, anche se quello di dare continuità all’applicazione del contratto sinora utilizzato è un vincolo giuridico che va rispettato. Ma, sottolinea, la questione della rappresentatività diventa centrale. Il nuovo governo, non appena sarà insediato, dovrà intervenire immediatamente per introdurre quelle norme che già esistono in tutti gli altri Paesi avanzati, e che consentono di firmare contratti con efficacia erga omnes a chi, da solo o insieme ad altri, rappresenta almeno il 51% dei lavoratori del settore. Tutta questa confusione, rimarcano gli industriali, non è più tollerabile perché crea un clima di incertezza che danneggia tutte le imprese. Dopo un lungo periodo Anis e Osla sono tornate a incontrarsi e si sono impegnate ad assumere decisioni coerenti rispetto alla questione della rappresentatività per evitare, conclude la nota, il ripetersi di queste situazioni e per cercare punti di convergenza tra il progetto San Marino dell’Anis e l’agenda di Osla.
Sonia Tura
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