L’obiettivo: non entrare nella nuova lista nera. Come stanno tecnicamente le cose
Attualmente il Titano risulta nella lista italiana dei paradisi fiscali. La Repubblica è in buona compagnia, con decine di Stati - piccoli Stati soprattutto - di ogni parte del mondo. La doccia fredda, per gli operatori economici sammarinesi, era arrivata in marzo, con l’annuncio del nuovo decreto incentivi. In un regolamento attuativo è previsto un inasprimento dei controlli sui soggetti con partita Iva che hanno scambi con Paesi della black list. In teoria sarebbe più corretto parlare “delle black list italiane”. Sono due, infatti, quelle fino ad ora prese a riferimento dal decreto incentivi. La prima, del 1999, riguarda le persone fisiche; la seconda risale al 2001, ed è quella sulle società. Combinando le due liste si ottiene l’elenco dei Paesi nel mirino del fisco italiano. Gli operatori del Belpaese che intrattengono rapporti commerciali in questi Stati, devono presentare un elenco con le specifiche delle operazioni, a cadenza mensile o trimestrale, nel caso l’ammontare dell’interscambio non superi i 50mila euro. Un appesantimento burocratico che rischia di rallentare fortemente l’andamento dell’economia sammarinese. Ma l’Esecutivo è fiducioso di poter uscire da questa situazione. A breve sarà emessa una nuova lista e San Marino farà di tutto per non rientrarci. La contropartita offerta dalla Repubblica, del resto, è di quelle pesanti: massima trasparenza, collaborazione e soprattutto lo scambio automatico di informazioni richiesto dal Ministero dell’Economia.
Gianmarco Morosini
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