Occhio all’acquisto quando decidiamo di usufruire di un servizio fornito dall’Italia. I sammarinesi infatti non pagano l’Iva quando si servono di queste prestazioni, ma solo se lo fanno a casa loro. Ad esempio le fatture emesse da Telecom e Tim a carico dei residenti in Repubblica, sono esenti da Iva perché queste compagnie telefoniche hanno installato dei ripetitori sul nostro territorio. Non è così quando ci abboniamo a Vodafone, Wind o altre compagnie che, non avendo ripetitori sul Titano, applicano l’Iva nella loro fatturazione agli utenti sammarinesi. Stesso discorso con le carte telefoniche prepagate. Non potendo identificare l’acquirente, qui l’Iva è già conteggiata nel prezzo. Non cambiano le cose con il Telepass. Nonostante l’utente sammarinese sia identificabile, grazie alla targa dell’auto, di questo servizio si usufruisce in Italia e dunque si paga l’Iva. Battaglia vinta, invece, quella con Sky che, non solo ha riconosciuto agli utenti sammarinesi il diritto a non pagare questo tipo di tassa, ma ne ha anche stabilito il risarcimento. L’associazione per la difesa dei consumatori ha sollecitato, proprio in questi giorni, alla pay-tv, i rimborsi dell’Iva. I disguidi, spiega il presidente dell’Asdico Gianluigi Giardinieri, sono dovuti al fatto che negli elenchi di Sky diversi abbonati del Titano erano registrati con il vecchio codice di avviamento postale di San Marino, il 47031, o addirittura con il codice di Rimini. Errori burocratici che hanno impedito i rimborsi. Per questo l’Asdico ha scritto ai responsabili della tivù a pagamento, invitandoli al rispetto dei diritti degli abbonati sammarinesi.
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