L’occupazione cresce, anche se di poco, diminuiscono i frontalieri, al contrario di sammarinesi e residenti. Questi i primi risultati del dossier annuale sull’occupazione elaborato dall’ufficio studi della Cdls diretto da Giorgio Busignani. Nel 2003 i posti di lavoro sono aumentati di 285 unità, pari al 2,2%, un dato sostanzialmente in linea con quello del 2002, anno in cui si era però registrato il peggior risultato degli ultimi 15 anni. Tuttavia la novità maggiore arriva dai frontalieri, che per la prima volta dalla fine degli anni ’80, quando il fenomeno registrava una media di 400 nuovi ingressi all’anno, sono diminuiti di 95 unità. Molteplici le cause del decremento, tra le quali la stagnazione economica in atto e l’attività della commissione di collocamento, tesa a salvaguardare l’occupazione dei lavoratori sammarinesi e residenti, che non a caso sono aumentati di 370 unità. Pesano poi i numeri dei lavori atipici, un vero e proprio mercato parallelo in continua espansione: in Repubblica sono circa duemila i lavoratori assunti con contratto di consulenza, ma la maggior parte di questi svolgono mansioni da lavoro dipendente. Analizzando i dettagli occupazionali relativi ai settori, si rileva un aumento di oltre 100 unità nel comparto industriale. In crescita anche le banche, il settore trasporti e quello dei servizi. Cala invece l’occupazione nel comparto edile e nel commercio, quest’ultimo in flessione dell’1,1%. I lavoratori a tempo determinato, a causa della diminuzione dei frontalieri, scendono a 5.746 unità, corrispondenti al 43,6% degli occupati totali, ma contemporaneamente crescono i sammarinesi con contratto a tempo determinato che passano da 365 a 415 unità.
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