Ocse, a Parigi il focus del Forum Globale per la Trasparenza e lo scambio di Informazioni
“Negli ultimi 12 mesi sono stati firmati circa 300 accordi, tra i paradisi fiscali o tra paradisi fiscali e Paesi Ocse. E’ un grosso passo avanti”. Così il dirigente della sezione fiscale dell’Organismo Jeffrey Owens, che ha relazionato sugli effetti delle decisioni assunte al G20 di Londra e sui passi che dovranno compiere i 40 paesi che nel 2000 erano stati identificati dall’organizzazione come paradisi fiscali. Secondo l’ultimo rapporto tutti i 100 Paesi esaminati si sono ormai impegnati ad aderire allo standard fiscale internazionale. Alcuni, però, devono ancora passare dalla teoria alla pratica, adottando i criteri di trasparenza richiesti: è il caso di numerosi Stati insulari dei Caraibi e del Pacifico. Come noto, San Marino - che in un primo tempo era stato inserito nella lista grigia - è stato promosso in White List lo scorso 23 settembre dopo aver siglato accordi con 12 paesi rispondenti agli standard Ocse. San Marino ha poi proseguito con la firma degli accordi e recentemente ha concluso anche quelli con i paesi scandinavi e l’Islanda. Tra i 19 paesi che dopo il G20 di Londra sono riusciti ad entrare nella White List San Marino è stato tra quelli che hanno firmato il maggior numero di accordi. Il Belgio ha il primato con 24, poi il Cile con 22, le Antille Olandesi con 21 e San Marino ha raggiunto quota 20.
Gianmarco Morosini
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