L'Ordine degli Avvocati e Notai su rinvio legge sul Notariato e sulle tasse
Infine un maggior rigore nell’esercizio dell’attività notarile consente all’intero sistema economico sociale di poter fare affidamento sul ruolo svolto dal Notaio teso a dare certezza giuridica ai rapporti giuridico-economici, cosa questa che sicuramente faciliterà anche il rapporto non solo privatistico ma anche pubblicistico con le altre realtà straniere, prime fra tutte l’Italia.
A tal proposito l’Ordine degli Avvocati e Notai auspica che la legge notarile possa essere approvata nell’ambito dell’attività consiliare che ancora può essere esercitata dal Consiglio Grande e Generale pur in una contingenza come quella attuale, al contrario un rallentamento od un rinvio dell’approvazione di tale normativa comporterebbe una qualche diffidenza da parte degli analoghi ordini professionali italiani e stranieri in un momento nel quale, al contrario, vi sono stati interessanti avvicinamenti.
L'Ordine degli Avvocati e Notai unitamente a OSLA intende allertare l'opinione pubblica portando a conoscenza della cittadinanza i seguenti dati.
Ritengono l'OAN e OSLA che i Sindacati non mirino affatto a migliorare la tassazione dei propri associati in un'ottica di equità, ma continuino a sostenere la logica perversa che le tasse, al posto dei dipendenti debbano pagarle le altre categorie economiche. Sino ad oggi la tassazione per la maggioranza dei dipendenti si è attestata intorno all'1% dei redditi. Infatti i dipendenti con n.2 figli a carico che maturino una retribuzione lorda di circa 25.000,00 euro pagano oggi 250,00 euro di imposte.
La riforma tributaria consentirà a questa categoria di lavoratori dipendenti di pagare ancora meno.
Come liberi professionisti abbiamo tale consapevolezza e ci rallegriamo con quella categoria di persone così fortunate.
Non è quindi possibile accettare che i liberi professionisti siano ancora più discriminati e tacciati di evasione. E' indiscutibile che dovere primario di ciascuno cittadino sia quello di contribuire ai costi dello Stato così come prevede l'art. 13 della carta dei diritti, e tale dovere è esteso a tutti, anche ai dipendenti. Inaccettabile è dunque che i Sindacati prelevino dalle retribuzioni di tutti
i dipendenti, dal primo all'ultimo, lo 0,40 giungendo così al paradosso che la stragrande maggioranza dei dipendenti verserà più ai Sindacati che allo Stato. Se è vero come è vero che l'art. 13 della carta dei diritti vale per tutti i cittadini e se è vero come è vero che i dipendenti possono versare lo 0,40 al Sindacato, non si comprende perché non debbano versare altrettanto nelle casse dello Stato.
Con la riforma si introduce la minimum tax per i lavoratori autonomi, chiesta e voluta dai Sindacati (sic!!). Bene i liberi professionisti potranno accettare la minimum tax quando la stessa tassa verrà estesa, in applicazione ai principi costituzionali che tutti i cittadini sono uguali e debbono contribuire al sostentamento dello Stato, a tutti i dipendenti che hanno un reddito da 0 a 23/25.000 euro, sul quale non pagano un euro allo Stato ma versano lo 0,40 al Sindacato. Dal Sindacato sarebbe lecito ed onorevole aspettarsi che rinunciasse allo 0,40 del dipendenti fino a 25.000 euro di reddito che trattiene sulle buste paghe affinché venga versato allo Stato. AL FINE DI SENSIBILIZZARE L’OPINIONE PUBBLICA ED AFFERMARE PRINCIPI A TUTELA DELLA COLLETTIVITA’ E NON DEI SINGOLI, LA COMMISSIONE NAZIONALE DELLE LIBERE PROFESSIONI INSIEME AD OSLA, ANIS, UNAS ED USC HANNO RICHIESTO UN INCONTRO URGENTE A TUTTI I CAPIGRUPPO CONSIGLIARI, PRIMA DELLA FISSAZIONE DELLA DATA DEL PROSSIMO CGG.