L’ordine dei commercialisti e ragionieri di San Marino contro la finanziaria
Non ci stanno ad essere additati come evasori fiscali assieme a tutti gli autonomi, e ribadiscono che al Paese serve equità, “quella vera – dicono – non quella faziosa dei sindacati. Ognuno deve fare la sua parte. Diciamo che si facciano gli accertamenti, ma anche che a parità di reddito si paghino le stesse imposte”. E citano esempi numerici: con un reddito di 40mila euro il dipendente paga 2.200 euro di tasse, un libero professionista almeno 5.780. Le nuove imposte introdotte dalla finanziaria non convincono, “anche perché – fa notare Gian Enrico Casali – non ci viene detto che gettito daranno. La nostra preoccupazione resta tutta – rincarano – e ci chiediamo soprattutto chi vorrà rimanere a San Marino se verrà meno il differenziale”. In programma a Roma un incontro col presidente dei commercialisti italiani Claudio Siciliotti: “Per adottare una strategia comune – spiega Albani – in un momento in cui i rapporti con l’Italia certo non brillano”. Nel video l'intervista a Marino Albani (Presidente Dottori Commercialisti)
Francesca Biliotti
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