Ormai è guerra aperta tra sindacati e Camera di Commercio di Rimini

Ormai è guerra aperta tra sindacati e Camera di Commercio di Rimini.
Cgil, Cisl e Uil hanno fatto sapere che non parteciperanno alla presentazione del rapporto sull'economia locale. La presa di posizione comune viene dopo lo scoppio del “caso Maggioli”, vale a dire della scoperta che il presidente in carica avesse esportato due milioni a San Marino, poi fatti rientrare in Italia grazie allo scudo fiscale. Gli enti locali soci dell'ente, chi più chi meno, si erano espressi a favore di un cambio di gestione chiedendo un passo indietro del presidente Manlio Maggioli. Richiesta ribadita dai sindacati confederali. Le categorie economiche che esprimono il consiglio avevano invece difeso Maggioli che è stato salvato da un voto pressoché unanime. Ma Cgil, Cisl e Uil non ci stanno: "Abbiamo ritenuto che la vicenda legata alla presidenza della Camera di Commercio fosse un'occasione importante da cui poteva emergere il senso di una riaffermazione della responsabilità civile e morale di chi, a vario livello, ricopre funzioni di dirigenza nel mondo economico e dell'imprenditoria nel nostro territorio, scrivono. Abbiamo sperato nella capacità del sistema di correggersi dal suo interno. Purtroppo questa speranza è andata delusa. Non si è compreso il valore simbolico della necessità di un cambio di passo, hanno vinto e sono prevalsi altri ragionamenti ed altri interessi".

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