OSLA USC USOT: Smac, la politica dei massimi sistemi economici
Riepilogare in un articolo tutte le negatività di questa legge che è costata tre anni di studio al Governo è compito arduo, tuttavia cercheremo di evidenziare gli aspetti che sommariamente saltano agli occhi di un osservatore anche non particolarmente attento come chi scrive, senza la pretesa di indossare i panni del fiscalista o dell’economista.
Primo aspetto, la legge prevede una serie di deducibilità con dei plafond di spesa quasi ridicoli. Cure dentistiche fino a €1500 l’anno: la sostituzione di un dente costa di più. Zero detrazioni per spese sostenute per corsi di perfezionamento negli studi, per contro si può godere di €800 di detrazione per costi di palestra (meglio sviluppare i bicipiti che il cervello). Questi pochi esempi sono significativi per evidenziare l’urgenza della rivisitazione delle deducibilità.
Uno degli aspetti più sconcertanti è costituito dal controllo da Grande Fratello che attraverso la Smac card (nominativa e resa obbligatoria dalla funzione della deducibilità) calpesta il diritto alla privacy di ogni persona che oggi riflette, sulla fragilità dei propri vizi e virtù che potrebbero, facilmente intercettati, essere usati anche in forma ricattatoria. Il cervellone (software) registra implacabilmente ogni nostro acquisto e tracciabilità dei nostri spostamenti quotidiani. Questa obiezione è stata sollevata più volte ed è stata sempre respinta come priva di valore.
Da qualche tempo c’è chi sostiene che i prezzi in Repubblica hanno subito aumenti ingiustificati, prodotti dal protezionismo, visto che comunque, il consumatore, costretto dalla legge ad acquistare in territorio diventa vittima dell’impianto commerciale nostrano. Le associazioni OSLA USC USOT stanno adoperandosi per verificare se questa percezione è reale o una condizione emotiva legata alla costrizione. Ad ogni modo le tre associazioni non sono contrarie all'eliminazione del principio della deducibilità.
Qui dobbiamo evidenziare che la Smac sconti ha prodotto un abbassamento dello spirito critico che deve sempre animare il consumatore, più concentrato sul godimento dei soldini accumulati nel borsellino elettronico, piuttosto che sul prezzo di ogni singolo articolo.
Dal punto di vista psicologico, il lavoratore che si guadagna lo stipendio con il proprio lavoro, vuole sentirsi libero di disporre delle proprie disponibilità economiche in piena libertà e spenderle dove meglio crede. L’imposizione di dover esibire delle certificazioni valide solo se Sammarinesi ha prodotto una sorta di rivalsa che si traduce nella propensione alla spesa quotidiana in territorio, mentre la satisfaction prodotta dal piacere dello shopping viene individuata altrove per sfuggire alla coercizione imposta dalla legge.
Anche l’impianto commerciale risente dello stesso negativo malessere. La trasmissione in simultanea dell’importo di ogni singolo scontrino al portale, ha prodotto cedimento dello stimolo di essere sempre attenti ai desideri del cliente, diminuendo il senso dell’accoglienza che questi deve immediatamente percepire, varcata la soglia di ogni negozio.
In più occasioni abbiamo tentato, senza riuscirci, di far comprendere al Governo la necessità di rendere la legge meno stringente, prevedendo una gradualità da spalmare su più esercizi, per darsi il tempo di valutare i risultati, correggendo e riadattando le disposizioni di legge e tenere in equilibrio le diverse necessità. In cuor loro, sono numerosi i politici di Governo che si stanno interrogando sul rischio di produrre danni, ma il diktat impedisce qualunque oggettivo e realistico confronto interno ai partiti. Quelli che contano fanno legge, poiché in Consiglio hanno riscosso il consenso e l’approvazione della riforma tributaria, la considerano cosa fatta. A posteriori ne valuteranno i risultati o i danni causati.
Oggi alle categorie viene rimproverata la scarsa partecipazione alla formulazione della legge. Questo tentativo di ribaltare la responsabilità è una difesa puerile e debole, semmai contraria al senso di responsabilità di chi è investito delle sorti di un paese, ed è la negazione di una fiducia popolare mal riposta. Ci rallegriamo circa l’emanazione del decreto del 27 febbraio perché è il segnale se pur tardivo di una riflessione opportuna. Le associazioni OSLA USC USOT hanno stretto un patto di consorteria che consente loro di rappresentare in modo rafforzato tutte le categorie rappresentate e continueranno a difendere la loro visione di un mercato aperto verso l’esterno, protese verso l’allargamento della base imponibile che è l’unico mezzo per poter essere migliori contribuenti.
Comunicato stampa OSLA USC USOT