Podeschi al Cda ISS
Marco Podeschi precisa di capire le motivazioni ma di non accettare il metodo perché da mesi chiede di discutere la riorganizzazione del servizio di pediatria senza avere alcuna risposta in merito e rammenta che, nel corso dell’estate, sollevò la questione dei prezzi di vendita del latte per neonati chiedendo al direttore generale di adottare una politica commerciale più favorevole agli utenti. Anche in questo caso, ribadisce, alle generiche affermazioni di consenso non è seguito alcun atto concreto. Mi dispiace, scrive Podeschi, che nella seduta di ieri alla mia istintiva decisione di lasciare la seduta sia corrisposta l’ingiuria, pesante e gratuita, lanciata da un consigliere che, con una frase irripetibile, mi ha intimato di lasciare la seduta. Marco Podeschi, che aveva già comunicato l’intenzione di dimettersi dal Consiglio d’amministrazione fa sapere che, dopo l’invito del suo collega - che si sente autorizzato a decidere chi deve stare in cda – intende rimanere nel Consiglio per svolgere il ruolo per il quale è stato nominato.
La scelta di questo pediatra, cittadino italiano di origine iraniana, che collabora con aziende sanitarie del vicinato – spiega il direttore generale Antonio Carattoni, segue le indicazioni che ci venivano dal dirigente dei servizi ospedalieri e dal primario, gli stessi che avevano avuto modo di valutare la dottoressa di Cattolica per il periodo in cui ha lavorato in ospedale. Il consiglio d’amministrazione ha avallato questa preferenza, senza sminuire il valore professionale dell’altro medico. Per quanto riguarda l’adozione di una politica commerciale più favorevole alle neo-mamme Carattoni dichiara di non avere soluzione al fatto che si se adotta un prezzo più competitivo si toglie la possibilità di vivere alle sanitarie che possono vendere gli stessi prodotto e, aggiunge, nulla ci proteggerebbe dal fatto che dal circondario potrebbero arrivare numerosi acquirenti alterando la concorrenza. Una via di uscita, conclude Carattoni, può essere quella di concedere dei bonus ma rientra in un discorso di politiche sociali che non può fare il consiglio d’amministrazione.