Politica dei redditi, i sindacati: "Basta promesse". Di nuovo in Piazza durante il Consiglio
“Di nuovo solo parole”: tranchant il commento dei sindacati sulla politica dei redditi. Csdl, Cdls e Usl sono pronte a tornare in piazza durante le prossime sedute del Consiglio Grande e Generale. Decisione che arriva dopo il confronto con il Segretario alle Finanze. Parlano di “ennesimo incontro deludente”. Il Segretario Gatti, in una nota, comunica che l’obiettivo del Governo è di intervenire a favore di soggetti e famiglie in sofferenza, lavorando sull’attuale reddito minimo mensile garantito, per adeguarlo e renderlo più flessibile. Assicura, inoltre, che coinvolgerà tutte le Segreterie competenti. Ma alle parti sociali non basta la disponibilità a valutare la revisione dei criteri di accesso al reddito minimo e ad aumentare l’importo degli assegni familiari fermo da 15 anni.
“Siamo ancora alle chiacchiere” – accusano - “Sono le stesse promesse annunciate un mese fa”. Stanchi delle parole, si aspettavano proposte concrete da portare nell’assestamento di bilancio. Spingono per un provvedimento di ampio respiro, che aiuti i cittadini più in difficoltà e aumenti i redditi da lavoro e pensione erosi dall'inflazione. Ricordano che migliaia di lavoratori e pensionati hanno subito negli ultimi tre anni una perdita del potere d'acquisto tra il 10 ed il 15%: “I rinnovi contrattuali e la rivalutazione delle pensioni – affermano - non bastano per coprire l'aumento del costo della vita”.
Tornano quindi ad appellarsi al Governo affinché intervenga sulla politica dei redditi e non approvi gli articoli che istituiscono le residenze fiscali non domiciliate, “perché il ritorno di San Marino a pratiche tipiche di un paradiso fiscale – ribadiscono - sarebbe deleterio per l’immagine del Paese e lesivo della dignità dei contribuenti onesti”. La prossima settimana, mentre l'Aula voterà gli articoli del Bilancio, le tre sigle sindacali faranno sentire la loro voce in Piazza della Libertà.
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