Polo del lusso divide ancora: le riflessioni di USC e OSLA
USC propone una destinazione alternativa: lo stesso centro storico, o le sue vicinanze, per un vantaggio riflesso a tutti gli operatori da Dogana a Città – individuando come alternativa l'immobile dell'ex Queen di Ponte Mellini - tenendo come priorità la rivitalizzazione dello stesso Centro, patrimonio storico, nel connubio fra commercio e turismo. Chiede un piano più organico di rilancio: shopping e polo museale, polo del benessere e relax, intrattenimento con la Casa di gioco, centro congressi, storia e cultura. Se invece il Governo dovesse andare avanti nella strada del polo di Rovereta, USC chiede un accordo per dare agli operatori condizioni economiche, fiscali e contributive pari a quelle concesse all'investitore e una limitazione nelle merceologie trattate all'interno del polo., noinché misure a salvaguardia del settore abbigliamento.
Polo che divide e interviene anche l'OSLA: “Non intendiamo ostacolare l'iniziativa economica – dice - ma solo indirizzarla quale investimento che sia per tutto il Paese e non per un manipolo di individui” e chiedendo “garanzie perché il Polo non nasconda una speculazione edilizia”. Replica alle istituzioni: “Abbiamo auspicato la riqualificazione dell'area industriale di Rovereta, non la riqualificazione di una zona adibita a parco”, rivendicando un progetto che abbia come prerogativa la creazione di una sinergia sostanziale con il centro storico e le altre realtà economiche del Paese, “cosa che – dice – sembra mancare al Polo del Lusso”. Ancora sul metodo: “Il Governo non ha coinvolto le parti sociali, ma si è limitato a presentare il progetto a giochi fatti e senza diritto di replica”.
Annamaria Sirotti