Polo della Moda: le sirene di Rimini?
Presentato all'esecutivo nei primi mesi dell'anno, il Polo della Moda ha registrato fin da subito condivisioni e resistenze. Un dibattito che si è sviluppato nel Paese ha visto contrapposti due schieramenti: da un lato chi ravvisa in questo progetto una grossa opportunità, uno strumento per rilanciare l'economia del Paese e assicurare occupazione in un periodo di grave carenza di posti di lavoro; dall'altro chi si dice convinto più degli aspetti negativi, come una forte concorrenza con il sistema commerciale della Repubblica, l'eccessiva cementificazione, la inopportuna trasformazione della destinazione dell'area. Dopo lo scontro politico in aula consiliare e l'approvazione della variante al PRG, un comitato di cittadini ha presentato il referendum per bloccare la variante della zona area parco di Rovereta, accolto dal collegio dei Garanti. E proprio questo ultimo atto, sembrerebbe aver raffreddato definitivamente l'entusiasmo dei gruppi Borletti e Dea. L'inevitabile dilatarsi dei tempi e l'incognita dell'esito referendario, renderebbero troppo alto il rischio d'impresa. Meglio, forse, guardare altrove. E, sempre secondo voci che non trovano conferma, sembrerebbe che Rimini sia pronto ad offrire un'area di valore a ridosso della Superstrada. Il Sindaco, Andrea Gnassi, non ha mai nascosto la sua contrarietà all'insediamento del Polo della Moda a San Marino e oggi lo spostamento di quel progetto potrebbe non solo ridimensionare gli effetti per il comparto commerciale riminese ma addirittura trasformarsi in un vantaggio, considerata anche la positiva ricaduta di circa 200 posti di lavoro. Insomma la situazione si fa piuttosto complicata e il Polo della Moda si allontana. Ora gli sguardi sono puntati verso Parigi, per sapere che cosa decideranno Borletti e Soci.
SB