Poste, prosegue lo sciopero
Oggi l'incontro governo – sindacati. La Segreteria Interni non ritira il decreto, ma apre alla modifica di alcune condizioni normative e retributive. I sindacati ne attendono la formalizzazione, nero su bianco
“La richiesta di ritiro del decreto non è stata accolta; rimaniamo ciascuno sulle proprie posizioni; lo sciopero prosegue”. Milena Frulli della Cdls commenta così l'esito del confronto con la segreteria Interni. Nessun dietro front rispetto al decreto 60 - che prevede per i nuovi assunti il contratto servizi anziché del pubblico impiego – ma dal Governo arriva una apertura. Proposte, sul fronte sia normativo sia retributivo, che è il segretario agli Interni Guerrino Zanotti a dettagliare - "dall'orario settimanale alla maturazione delle ferie, al vaglio anche proposte sul fronte economico" – per avvicinare quanto più possibile il trattamento di chi, pur svolgendo lo stesso lavoro, è assoggettato a contratti con condizioni differenti. “Riconosciamo il segnale di apertura – dice Antonio Bacciocchi della Csdl – ma per fermare lo sciopero chiediamo che le proposte siano formalizzate, messe nero su bianco, per poi decidere con l'assemblea dei dipendenti”.
Secondo giorno di sciopero, con percentuali di adesioni alte – fa sapere il sindacato – ma anche disagi che si fanno concreti, soprattutto per quanto riguarda la consegna dei certificati elettorali - consegna fissata entro il 18 maggio – per i referendum del 2 giugno, “tanto che – spiega ancora Zanotti – abbiamo fatto richiesta alla Polizia Civile, che ha dato la propria disponibilità, a coprire il servizio e di questo li ringraziamo”. I motivi della protesta domani all'attenzione della Reggenza, in un incontro richiesto dai lavoratori ai quali, però – annuncia la CSU – “è stato negato dalla Direzione il permesso per assentarsi dal lavoro”. E su questa comunicazione intervengono i segretari Csdl e Cdls, Tamagnini e Montanari: “un incontro concesso dalla Reggenza, che è dimostrazione della attenzione e sensibilità istituzionale della suprema Magistratura verso una problematica che coinvolge decine di persone, che apprezziamo. Nessuna intenzione – rinnovando anzi la più alta stima - di coinvolgere in questa polemica i Capi di Stato, a cui i lavoratori delle Poste si sono rivolti per mitigare un clima di conflittualità e di incomunicabilità che è sfociato nella settimana di sciopero in corso”.