No al referendum, via libera alla firma del contratto. L’assemblea degli iscritti della Federazione Pubblico Impiego, della CDLS, ha approvato la linea del gruppo dirigente. Durante l’incontro si è discusso a lungo di unità sindacale; unità venuta meno – di fatto – il 27 giugno scorso, con la firma da parte della CDLS del preliminare d’intesa con il Governo e la contestuale presa di distanza della Federazione Unitaria Pubblico Impiego della CSDL, che avrebbe preferito una preventiva consultazione dei lavoratori. “La nostra – ha dichiarato il segretario di federazione Antonio Ceccoli – è stata una scelta responsabile ed equilibrata che ha sbloccato una trattativa lunga e difficile”. Quindi è stato illustrato ai lavoratori il contenuto del preaccordo: gli aumenti medi del 2,5% sono stati considerati dignitosi, tenuto conto dell’inflazione all’1,8%; molto positiva – è stato detto – la parte normativa. Dure le critiche alla CSDL per la decisione di indire un referendum, tra i lavoratori del settore, sulla proposta di rinnovo contrattuale dell’esecutivo. Il risultato – ha affermato il segretario della federazione pubblico impiego della CDLS – è già scritto: la spaccatura del sindacato”. Ma come si comporteranno gli iscritti alla federazione quando riceveranno le schede referendarie? “Ai nostri lavoratori non abbiamo impartito alcuna direttiva – ci ha detto Ceccoli – l’unica cosa certa è che quanto prima firmeremo il contratto”. Durante l’assemblea i lavoratori sono stati informati della consegna - da parte del Governo – del testo definitivo dell’accordo contrattuale. Il documento – tuttavia – non sarebbe ancora giunto ai vertici dell’altra federazione. “Questo Governo – afferma polemicamente il segretario della FUPI Mauro Casali – privilegia solo chi è d’accordo e non rispetta chi intende confrontarsi con i lavoratori”.
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