Rappresentatività, polemica sulla legge tra Osla e Csdl
La polemica ruota attorno alla legge sulla rappresentatività sindacale, approvata durante la precedente legislatura, nel maggio del 2016. Da un lato, quello contrario, l’Osla, organizzazione sammarinese degli imprenditori, dall’altro la CSdl, Confederazione sammarinese del lavoro. La prima, attraverso il proprio giornale, propone un tentativo di cambiamento alla legge, che per loro è la “negazione della democrazia e socialità”. Tra le righe anche l’intervento del Segretario ai settori economici Andrea Zafferani, che ha detto come “anche piccole, medie e grandi imprese hanno bisogni diversi che devono essere considerati e affrontati dai contratti di lavoro”. Quel che non va giù all’Osla è che “può firmare il contratto collettivo di erga omnes l’associazione datoriale che rappresenta datori di lavoro iscritti che occupino il 50% più uno dei lavoratori operanti nel settore di contrattazione”. Un aspetto che secondo Giuliano Tamagnini, Segretario CSdl, è assolutamente democratico, perché – scrive - “i contratti collettivi di lavoro si applicano proprio ai lavoratori dipendenti ed è sacrosanto che il diritto a firmare rinnovi contrattuali che valgono per tutti i lavoratori di quel settore sia attribuito alle associazioni datoriali e alle organizzazioni sindacali”. E alla fine della nota i toni si scaldano. “Sarebbe molto meglio che il nuovo governo si preoccupasse di dare risposte alle vere emergenze del paese: mettere argine alla sempre più crescente disoccupazione, adottare un serio e qualificato progetto di sviluppo per il paese, mettere in sicurezza il sistema bancario, riformare il sistema previdenziale, sanare i conti pubblici”.
Serena Santoli
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