Una tornata contrattuale pesante, segnata da eventi incresciosi e dannosi per il Paese. Così gli imprenditori definiscono la lunga ed estenuante trattativa per il rinnovo del contratto del settore industria, caratterizzato, ancora una volta, dai tanto contestati blocchi stradali. Tutte concordi, le associazioni di categoria, nel disapprovare il ricorso ai presidi e ad iniziative che, di fatto, limitano la libertà di tutti coloro che non sono coinvolti nelle agitazioni sindacali. Riuniti per la prima volta allo stesso tavolo senza l’onere di una trattativa, i rappresentanti degli imprenditori sammarinesi si sono interrogati sull’opportunità di favorire una normativa specifica, capace di regolamentare il diritto allo sciopero e garantire il corretto svolgimento delle forme di protesta dei lavoratori. 'Quei blocchi stradali – hanno convenuto – non si devono ripetere. La loro attuazione penalizza, di fatto, le attività economiche non interessate alle trattative ma anche i liberi cittadini, come pure coloro che per qualunque ragione non condividano la protesta'. Una categoria, questa, nella quale vanno inclusi anche i lavoratori che decidano liberamente di non aderire allo sciopero. 'Certo – aggiungono le categorie economiche – il diritto di sciopero va salvaguardato, ma si deve evitare che la protesta sfoci in manifestazioni che penalizzano l’intera collettività'. Di qui la decisione di costituire un gruppo di lavoro che elabori una bozza legislativa che verrà sottoposta alle autorità istituzionali. Una legge che colmi una lacuna e che fornisca quelle regole certe che oggi mancano. 'Unico riferimento normativo attuale – fanno notare gli imprenditori – è l’articolo 240 del codice penale, che lascia ampi spazi di interpretazione e di discrezionalità. L’auspicio è che Governo e Istituzioni recepiscano le proposte che arriveranno dal gruppo di lavoro: in gioco – dichiarano – non c’è solo l’aspetto contrattuale delle aziende, ma l’immagine e la credibilità dell’economia sammarinese'.
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