Riforma pensioni, i dubbi della CDLS

Riforma pensioni, i dubbi della CDLS.
Uno stratagemma per aumentare le aliquote senza introdurre un vero secondo pilastro, alla stregua di tutti i Paesi europei. Così la CDLS definisce l’ultimo passaggio nella riforma del sistema pensionistico. L’introduzione della previdenza complementare, per il sindacato guidato da Marco Tura, in realtà maschererebbe un allargamento del primo pilastro e metterebbe a rischio l’erogazione di pensioni dignitose. Accuse alla politica, con riferimento al previsto comitato di gestione, che avrà il compito di amministrare i versamenti dei lavoratori. “Un comitato – denuncia la CDLS – composto prevalentemente da politici, che investirà il denaro in società di gestione solamente sammarinesi, in un regime di monopolio. Tutto – aggiunge – nell’imbarazzante conflitto di interessi di Banca Centrale, che avrà il compito di vigilare sulle operazioni, ma allo stesso tempo sarà depositaria dei fondi, controllore del sistema e autorizzatrice delle società di gestione. Per la CSdL così non va e si dice sorpresa soprattutto del silenzio generale. Il Segretario di Stato alla Sanità, Claudio Podeschi dichiara di non comprendere le ragioni della posizione e si dice rammaricato per i toni usati, non consoni alla CDLS. “L’obbligatorietà e la gestione pubblica del secondo pilastro - afferma – assicurano le massime garanzie di sicurezza, per evitare qualunque speculazione e ogni possibile conflitto di interessi. Siamo convinti - aggiunge Podeschi - che il tempo e i fatti ci daranno ragione e se ne convincerà anche la CDLS”.

s.b.

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